Trasferirsi a Malta: i consigli di Daniele

Costo della vita sempre più alto, tasse e imposte in continuo aumento, ritmi di vita insostenibili, crisi economica e relativo calo delle entrate, pessimismo e negatività dell’ambiente. Sicuramente tanti buoni e validi motivi per lasciare l’Italia. Così, dopo un’attenta valutazione sul Paese di destinazione, Daniele e sua moglie hanno scelto Malta per trasferirsi. Ormai vivono da circa un anno e mezzo ad Attard, un paesino residenziale di circa 10 mila abitanti, lontano dalla zona caotica e più turistica. Una scelta che ha cambiato la loro vita in meglio, regalando una maggiore serenità e la prospettiva di un futuro migliore. In quest’intervista Daniele offre tanti consigli e validi suggerimenti su come affrontare una nuova vita a Malta.

Daniele, tornando indietro nel tempo, quando e perché è arrivata l’esigenza di lasciare l’Italia?

Io e mia moglie eravamo stanchi di vivere in Italia già dal 2009 a causa del costo della vita sempre più alto (vivevamo a Modena), tasse e imposte in continuo aumento, ritmi di vita insostenibili, crisi economica e relativo calo delle nostre entrate (eravamo due P.IVA), pessimismo e negatività dell’ambiente. Mia moglie aveva ricevuto un’offerta di lavoro in Cina e ci saremmo andati volentieri, ma dato che avevamo in progetto di fare un figlio e non ci sembrava la meta ideale per crescerlo, abbiamo preferito rinunciarvi e crescerlo i primi anni in Italia. Nel 2010 sono arrivati i nostri due gemellini.

Perché avete scelto proprio Malta come destinazione?

Avendo entrambi la possibilità di lavorare da casa abbiamo potuto scegliere valutando moltissimi aspetti. Prima di tutto non volevamo allontanarci troppo dall’Italia, per dare così la possibilità ai nostri genitori di poter vedere i nipotini con frequenza. Perciò la scelta sarebbe ricaduta su un Paese dell’UE, per sfruttare anche le normative europee e la praticità nel vedere riconosciuti i propri diritti, nonché poter riscattare i contributi previdenziali versati in questi anni in Italia, quando sarà il momento. Malta è collegata molto bene con l’Italia, soprattutto con Bologna e con Bari (i miei suoceri vivono lì). Era nostra intenzione dare ai nostri figli la possibilità di imparare l’inglese fin da piccoli. Io e mia moglie adoriamo il mare e i climi caldi, perciò fra i Paesi anglofoni nell’UE, una volta scartati Regno Unito e Irlanda, ci rimanevano da valutare solo Gibilterra e Malta (dove l’inglese è la seconda lingua ufficiale). Inoltre il sistema fiscale è decisamente più “friendly” rispetto all’Italia e c’è un sistema sanitario pubblico di buon livello.

Ti sei trasferito con tua moglie e i vostri figli che all’epoca avevano circa tre anni. Avete incontrato difficoltà nel trasferimento?

Per quel che riguarda lo svolgimento di pratiche burocratiche personali non è stato troppo complicato, anche se abbiamo aspettato quasi due mesi per avere il “resident document”. Aprire un c/c è decisamente più complesso che in Italia, perché richiedono molta documentazione in più, tipo lettere di referenze della banca di provenienza, un certificato del casellario giudiziale, la busta paga o lettera del datore di lavoro, ma dipende spesso dal tipo di banca a cui ci si rivolge. Costituire la nostra società è stata la cosa più sofferta, causa incompetenza di chi ci ha seguito, continui cambi di uffici e direttive, vuoti normativi. Per chi lo volesse fare, è importantissimo rivolgersi ad uno studio di commercialisti serio, anche se più costoso. Per quel che riguarda i bimbi non hanno sofferto più di tanto il cambio di lingua, ma probabilmente dipende dal fatto che, essendo gemelli, stanno sempre insieme. Il mio inglese all’inizio non era eccelso, ma qui molta gente parla e capisce l’italiano, perciò sono sempre riuscito a comunicare. Inoltre ci sono moltissime scuole di lingua inglese a prezzi contenuti, e una volta presa la residenza è possibile frequentare gratuitamente corsi statali.

Che differenza c’è tra il crescere dei figli in Italia e il crescerli all’estero, nel tuo caso a Malta?

Malta a mio avviso è un’isola a misura di bambino. È molto sicura, la microcriminalità praticamente non esiste, il flusso migratorio è controllato molto bene, sono facilitati dal fatto di essere un piccolo arcipelago e riescono a vigilare le coste con facilità. Ci sono molti parchetti e aree giochi per bambini, buone scuole sia pubbliche che private e ci sono scuole internazionali a prezzi notevolmente più bassi rispetto all’Italia. Gli asili nido per le mamme lavoratrici sono gratuiti, noi in Italia abbiamo dilapidato i nostri risparmi per il nido. Essendoci molti immigrati europei, si può vivere in un’atmosfera multiculturale, pur non essendo in una metropoli.

Attard, il posto in cui vivi, è a misura di bambino?

Sì, c’è il palazzo presidenziale, nel quale oltre ad esserci il giardino botanico c’è un parchetto per bambini. Siamo anche vicini al parco nazionale (l’area verde più estesa di Malta). A detta di molti, c’è una delle migliori scuole elementari statali. Attualmente frequentano una scuola materna a 300 metri da casa.

Raccontaci qualcosa di Attard.

Attard è un paesino residenziale di circa 10 mila abitanti, lontano dalla zona caotica e più turistica ed è ben servito. I paesini nella zona centrale (Attard, Lija, Balzan, Iklin) sono più economici rispetto a quelli della costa nordoccidentale, perciò nei supermercati si possono trovare prezzi più economici di un 10-20% rispetto a Valletta, St Julian e Sliema. Essendo esattamente al centro dell’isola, ci si trova a 10 minuti d’auto dalle città principali e 15-20 minuti da quasi tutte le spiagge. C’è un ottimo clima, per nove mesi all’anno si può girare in maniche corte, ci sono spiagge piccole ma adorabili, i prezzi dei generi alimentari sono relativamente più bassi che al nord Italia e la pressione fiscale modesta. Nei tre mesi invernali, pur essendo miti, ci si imbatte nei problemi delle case maltesi. Non esiste una rete a gas metano, non ci sono perciò i caloriferi. Le case si scaldano con stufette elettriche o a gas GPL oppure con le pompe di calore. Di giorno c’è più freddo in casa che fuori. Durante la notte l’umidità arriva al 90-95%, a differenza del giorno che è molto più secco (50-60%). Non è insolito avere la muffa nelle stanze meno riscaldate o poco luminose. Anche gli impianti elettrici fanno pena, insomma, direi che per quel che mi riguarda l’edilizia è un disastro. Fra l’altro, parlando con un amico muratore, pare che le case non siano neppure antisismiche. Le strade secondarie sono per lo più una “gruviera”, il traffico nelle ore di punta ricorda quello milanese; in alcune zone trovare un parcheggio è come fare sei al superenalotto. Non pare ci siano molti controlli sui gas di scarico dei mezzi, alcune automobili sembra vadano ad olio dalla scia nera che lasciano. Ci sono pochissime piste ciclabili e l’asfalto non è drenante ma liscissimo, perciò anche i motociclisti hanno vita dura. Non essendoci praticamente industrie, l’unica fonte di inquinamento sembra sia proprio il traffico.

Di cosa ti occupi?

Mi occupo dell’impaginazione grafica di manualistica tecnica (Desktop Publishing) per conto di alcune agenzie di traduzioni.

Quindi, da quel che ho capito, non hai dovuto cercare lavoro sul posto, visto che praticamente te lo sei portato con te, giusto?

Esattamente, continuo ad avere lo stesso portafoglio clienti che avevo in Italia (sia italiani che esteri); a Malta essendo più basso il costo della vita sono anche più basse le retribuzioni, perciò non mi sono ancora proposto al mercato interno, che sembra comunque non offrire molto. Nel mio settore è più conveniente cercare in USA, UK e Germania.

In caso contrario, si trova con facilità lavoro ad Attard e più in generale a Malta?

Ad Attard ci sono più che altro piccole attività commerciali. I settori principali dell’economia maltese sono il turismo, il gaming, il finanziario e il navale. A parte quest’ultimo, il settore industriale è inesistente, l’agricoltura non soddisfa il fabbisogno interno e non è sviluppata, le terre coltivabili sono poche e per lo più nella rustica Gozo, perciò si può trovare lavoro praticamente solo nel terziario, meglio se in quello avanzato. Premetto che non ho a che fare col mondo del lavoro maltese, ma essendo in contatto con molti italiani che vivono qui, posso dire che c’è molta richiesta di lavori che richiedano preparazione, esperienza e specializzazione nei settori sopracitati. La qualità non è mai stata il punto di forza a Malta, ma piano piano stanno imparando ad apprezzarla.

Quali sono, secondo te, gli aspetti più importanti che un italiano dovrebbe considerare per trovare lavoro a Malta?

Innanzitutto bisogna conoscere molto bene l’inglese, qui è la lingua del business, la conoscenza del maltese per lavorare non è un requisito necessario. Come detto, molti maltesi capiscono e parlano l’italiano, molti lo imparano guardando i nostri canali televisivi, altri lo studiano a scuola come lingua straniera. Ma con la sola conoscenza della lingua italiana sarà impossibile trovare un lavoro con paghe decenti. Con un buon inglese ed una certa esperienza lavorativa nel settore in cui si cerca, in genere è molto più facile trovare lavoro qui che in Italia. Il tasso di disoccupazione è al 6% da queste parti.

Per quel che riguarda invece la ricerca di un alloggio, è facile trovare appartamenti in affitto? Ma soprattutto, sono alti i canoni di locazione?

Negli ultimi due anni (da quando sono arrivato) i prezzi degli affitti sono lievitati clamorosamente, soprattutto nelle zone più movimentate: St Julians, Sliema e Gzira in primis. Noi ad Attard paghiamo 600 euro al mese per una penthouse di 140 mq con due camere matrimoniali, una singola, ampia sala con cucina all’americana, due bagni, un terrazzo e tre balconcini. Siamo riusciti a fissare il prezzo facendo un contratto di due anni, a scadenza probabilemente il proprietario ci chiederà un aumento. A Sliema attualmente per un appartamento con gli stessi requisiti, si arriva a pagare anche mille euro al mese. Essendoci molti studenti che vengono per frequentare corsi di lingua e molta gente che rimane delusa dalle paghe basse per i lavori non specializzati, è uso frequente condividere gli appartamenti fra più persone.

Ci sono agenzie specifiche a cui rivolgersi per la ricerca di una casa?

Consiglio di rivolgersi alle agenzie immobiliari più note e da più tempo sul mercato, come Remax, Frank Salt, Simon Estate e alcune altre.

A cosa bisogna fare attenzione?

Eviterei il passaparola a meno che non ci si fidi ciecamente della persona con cui si tratta. Alcuni intermediari potrebbero bluffare, gonfiando il prezzo di affitto e tenendosi la differenza per loro. Come commissione, le agenzie chiedono mezza mensilità all’affituario e mezza all’affittante, il deposito cauzionale è di una mensilità, perciò diffidate se ve ne dovessero chiedere tre come in Italia. Se non si paga l’affitto entro due settimane dalla scadenza prestabilita, il proprietario ha il diritto di mettervi fuori casa. Per i pagamenti qui non si scherza, si è molto British (per fortuna), gli insolventi e i dilazionisti hanno vita breve (non esistono pagamenti a 120 giorni tanto per intenderci). Firmate un contratto di affitto con più dettagli possibili nero su bianco. Una volta ottenuto il documento di residenza (Resident Document), consiglio di scaricare dal sito della Arms (la società che gestisce le utenze di luce e acqua) il modulo per dichiarare quante persone risiedono nell’appartamento. Questo vi permetterà di avere tariffe ridotte fino al 50%. Esiste infatti la possibilità per i proprietari di usare una tariffa con zero residenti più alta come consumi, ma che permette loro di non pagare imposte di locazione, avendo l’appartamento sfitto.

A chi consiglieresti Malta? E perché?

Malta è una piccola realtà con un’economia molto settoriale e ristretta, a mio avviso è un’isola bellissima in cui vivere, ma NON è per tutti. Come meta per una vacanza o per una breve esperienza di vita personale la consiglierei a tutti, ma se si ha intenzione di venirci a vivere per un lungo periodo bisogna considerare vari fattori. Consiglierei Malta a tutti coloro che come me svolgono un’attività online, a persone che hanno esperienza e professionalità nei settori principali maltesi che ho sopracitato, a chi ha spirito di adattamento. Potrebbe essere una buona meta per quei pensionati, amanti del mare e non della montagna ovviamente, che vorrebbero ridurre di un poco il costo della vita, senza allontanarsi troppo dall’Italia, pagando meno tasse sulla loro pensione. La sconsiglio vivamente a chi ha intenzione di provare a svolgere lavori che non richiedano una specializzazione. Per chi cerca lavoro come cameriere, lavapiatti, muratore, credo sia meglio per lui prendere in considerazione il nord europa e dimenticarsi Malta. Ho conosciuto molti italiani che sono venuti a fare questi tre mestieri e che sono scappati dopo pochi mesi, perché si sono resi conto di non riuscire ad avere la possibilità di risparmiare. Il costo della vita in proporzione agli stipendi maltesi può risultare più alto rispetto all’Italia (soprattutto del sud). Un cameriere prende sui 4 euro l’ora e farà molta fatica a trovare in affitto un monolocale fuorimano sotto i 350 euro al mese oppure una stanza da condividere a meno di 300 euro. Lo stipendio medio di un impiegato è sugli 800 euro mensili. Per abbattere i costi di importazione sui generi alimentari non applicano Iva, ma altri beni come automobili, elettrodomestici, mobili, risultano essere più cari che da noi.

Se dovessi tirare delle conclusioni su questo anno e mezzo vissuto a Malta, quali sarebbero?

Dal punto di vista personale sono molto soddisfatto della scelta fatta; come tanti me ne sono andato dall’Italia per problemi di natura economica. Qui ora ho una capacità di risparmio, un clima decisamente più “umano” rispetto a quello della Pianura Padana, il tasso di inquinamento è decisamente inferiore, il mio livello di inglese è migliorato, quando vado nei parchi sono circondato da genitori giovani con bambini e non più da badanti con anziano da accudire, quando vado a fare la spesa non mi sento più derubato, sono più sereno e penso al futuro in modo più ottimista. Sentire parlare i miei figli in inglese mi riempe di gioia e mi fa capire che la strada intrapresa è la migliore al momento. Una volta che avranno terminato la “primary school”, mia moglie ed io valuteremo se è il caso di restare oltre o prendere in considerazione altre mete, anche se mi sono innamorato del Mediterraneo e non so se sarei in grado di farne a meno. Posso dire di sentirmi molto più europeo di prima, resto convinto che per una famiglia con figli, l’Europa sia il continente migliore in cui vivere e Malta ha sicuramente molti margini di miglioramento, tuttavia resta una meta da considerare.

dani.miani@tin.it

A cura di Nicole Cascione